lunedì 7 maggio 2012

Progetto di ORTOTERAPIA

Alla Comunità Delta stiamo portando avanti un progetto di ortoterapia.
Che cos'è l'ortoterapia?
È semplicemente il giardinaggio usato come terapia.
La terapia orticolturale è un processo che utilizza le piante e le attività orticolturali per migliorare la condizione sociale, educativa, psicologica e fisica delle persone, apportando benefici al corpo, alla mente e allo spirito. Il giardino è un posto sicuro, un ambiente accogliente dove tutti sono benvenuti. Le piante non giudicano, non minac­ciano nessuno e non discriminano. Le piante hanno una lo­ro vita, ma rispondono alle cure che vengono loro date. Alle piante non importa di che colore abbiamo la pelle, se frequentiamo l' asilo o la scuola superiore, se siamo poveri o ric­chi, sani o malati, vittime di abusi o abusanti, diversamente abili o ciechi, tossicodipendenti o depressi. Alle nostre piante non importa se noi le chiamiamo per nome o semplicemente le accarezziamo con mani artritiche.
Tutti noi soffriamo per i carichi e lo stress che ci portiamo dietro nella nostra vita di ogni giorno. Il tempo trascorso atti­vamente in un giardino può essere una fonte di rilassamento e una fuga. Può essere anche molto più di questo. Può essere una fonte di rinnovamento. Possiamo liberarci di questi pesi emotivi e psicologici e far crescere un nostro sé più forte.
Il Progetto di ortoterapia è iniziato circa un mese fa, propone di creare uno spazio verde, sfruttando quello già esistente, sono state piantate 8 piantine di pomodoro ciliegino, in vaso, erbe aromatiche quali salvia,rosmarino, e basilico; fragole, sedano, carote, cipolla e trenta piantine di pomodoro da sugo. Ogni ospite ha un compito assegnato, anche se nel momento della semina e quando abbiamo piantato le colture in vaso tutti si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato sodo. Lo spazio utilizzato non era gran che, ma, ci siamo arraggiati alternando colture in vaso e a terra, addirittura le fragole (vista la qualità cascante) sono state appese.
Abbiamo fatto una riunione preliminare per decidere la realizzzazione di un'area coltivabile, ruoli assegnati, materiale, scelta delle colture, si è creata una sorta di cooperazione tra ospiti ed operatori per il mantenimento dell'orto.
Ognuno è protagonista attivo del progetto e della sua realizzazione.
Sono molto siddisfatta di come sta andando il progetto, gli ospiti sono partecipi e monitorano costantemente i frutti del nostro lavoro, l'attività di ortoterapia si svolge il martedì mattina ma, non c'è giorno in cui non andiamo a lavorarci sù, infatti, è un'attività che ha bisogno di attenzione costante perchè appena la temperatura sale ecco che le piantine crescono a dismisura...


Aspetti sociali e terapeutici dell’agricoltura
• Educazione,
• Miglioramento della qualità della vita,
• Risposta alla domanda di ruralità,
• Recupero di soggetti con dipendenze,
• Terapia occupazionale,
• Formazione al lavoro.

Obiettivi rivolti all’utente:
Percezione di sé;
Sicurezza;
Acquisizione di capacità;
Coordinazione;
Capacità di memoria;
Capacità motorie e di coordinazione;
Soluzione di problemi pratici;
Responsabilità;
Rilassamento;
Apprendimento di nozioni teoriche e tecniche di base;
Capacità operative;
Gestione di situazioni;
Gestione dei tempi;
Rapporti interpersonali;
Capacità di collaborazione;
Gestione degli stimoli caratteriali;
Occasione per la valutazione delle effettive capacità lavorative dei diversi soggetti;
Costruire nuove forme di reddito;
Attivare nuovi percorsi terapeutico- riabilitativi;
Favorire l’autonomia e l’integrazione socio- lavorativa;
Stimolare l’educazione ambientale e la valorizzazione dell’ambiente in cui viviamo.


Materiali predisposti:
Vasi, terra, vanghe, rastrelli, forbici, concime, innafiattoi, piantine, semi, ghiaia, bastoni, rafia.
Risultati attesi:
I risultati attesi che questo progetto si prefigge sono quelli di migliorare il benessere dellepersone coinvolte, sia che siano esse bisognose di aiuto che per le persone che offrono aiuto.
Pertanto ci si è orientati rispetto a queste quattro dimensioni:
- dimensione psicologica;
- dimensione relazionale;
- dimensione economica;
- dimensione valoriale.
- dimensione psicologica, che consiste nella soddisfazione psicologica, specie quella che deriva dall’esercizio delle proprie abilità funzionali.
Cioè un intervento che attiva nel soggetto potenzialità che potrebbero essere latenti.- dimensione relazionale, intesa come acquisizione di abilità nel gestire relazioni in forma
autonoma, relazioni valide e significative per fronteggiare i propri problemi.- dimensione economica, e cioè un modo per alcuni di ottenere benefici materiali, in termini
economici (reddito) o agevolazioni;
- dimensione morale, rivolta soprattutto a sostenitori del progetto (pubblico/privato, enti ,università, ecc.), che consiste nel modello culturale di vita di ogni persona che tende a trarre
una propria dimensione etica nella relazione d’aiuto.
Criteri di valutazione
A. Adeguatezza e sostenibilità del progetto;
B. Il grado di efficacia nei risultati attesi;
C. L’aumento della rete sociale che sta attorno al portatore di bisogno;
D. La bontà valoriale dello stile di vita a cui l’intervento mira..
Strumenti e metodologie di valutazione
Valutare l’intervento significa verificare se e in che grado le varie dimensioni del benessere(psicologiche, relazionali, economiche e morali) vengono soddisfatte. Il che presuppone una
certa condivisione dei punti di vista dell’operatore e del soggetto – target. Gli indicatori diqualità individuati sono:
a) test- colloqui per misurare il beneficio psicologico, relazionale e fisico,
b) quantificazione economica delle risorse.
Risorse:
Costo complessivo del progetto 300 euro.
Fonti di finanziamento: Società fornitrice di slot machines, la Master Game di Papozze.
Mi sono rivolta intenzionalmente ad una società che di per sé nell'immaginario comune alimenta determinate dipendenze proprio perchè possano contribuire al sostegno di questi disagi, e in un futuro pensare ad un progetto di prevenzione e contenimento di tale dipendenza.
Risorse umane impegnate/professione: Psicologo, educatori, volontari.
Comunicazione interna ed esterna:
Comunicazione interna: tra gli operatori è previsto n. 1 incontro d’equipe settimanale perstabilire il programma, il monitoraggio del beneficio del servizio è dato dalla compilazione di test e colloqui con la psicologa.

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